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L’importanza di chiedere aiuto: intervista ad Anna Kroymann, Mentor M4U e CFO @ Dynamo Camp

di Team Editoriale | M4U

Anna è Direttore operativo e finanziario di Fondazione Dynamo Camp ed è executive coach e trainer certificato di Process Communication®.
In precedenza, ha acquisito più di 15 anni di esperienza manageriale in multinazionali ed organizzazioni non profit, quali Bain & Company, Allianz Italia ed il Goethe-Institut.
Nata e cresciuta in Germania ha una laurea franco-tedesca in economia aziendale e ha iniziato la propria carriera nel settore della Finanza prima di conseguire un MBA con lode in Bocconi.
Ha vissuto in varie città in Europa, negli Stati Uniti ed in Medio Oriente ed è madre di 4 figli.

Mentoring: è un impulso naturale o una competenza che si acquisisce nel tempo?

Può essere sia l’uno che l’altro e mi sento di dire che non c’è un “meglio” o “peggio”. Per alcune persone può sembrare quasi un impulso naturale, perché sono naturalmente portati verso gli altri, perché si interessano alle relazioni e/o hanno voglia di aiutare. Ma poi bisogna vedere come si manifesta questa inclinazione o questo desiderio: porta al Mentoring oppure al fornire consigli (non) richiesti?  

In ogni caso una definizione di cosa si intende per Mentoring, una condivisione dei ruoli e/o un vademecum del processo è utile a tutti i Mentor e Mentee; stabilisce le regole del gioco, crea trasparenza sul processo e indirizza le aspettative di entrambi.

A questo punto può diventare un ottimo Mentor anche chi non si sente naturalmente portato oppure chi semplicemente non ci ha mai provato. 

Spesso è confusa con chi risolve i problemi e le difficoltà, in realtà a cosa serve la figura del Mentor?

La figura del Mentor è un “sounding board” per le proprie idee. Sicuramente non risolve niente al nostro posto (anzi, non è assolutamente il suo ruolo fornire soluzioni), ma ci aiuta a vedere più chiaro. Il Mentor mette a disposizione la sua esperienza e può offrire punti di vista alternativi. In molte occasioni, già una buona preparazione alla sessione di Mentoring può portare benefici al Mentee che si vede costretto a formulare con precisione i propri obiettivi e le proprie aspettative.

Il Mentor ovviamente può dare consigli se il Mentee lo desidera. Messo nel contesto di una conversazione di Mentoring ben strutturata questo può essere un acceleratore per le riflessioni e le decisioni del Mentee. L’importante è che rimanga consapevole che sono le sue decisioni, non quelle del Mentor. 

Quale professionista Senior, a chi ti rivolgi per ricevere un supporto, avere un momento di confronto quando ti trovi in momenti critici?

Ad un’amica e collega coach. Che regolarmente fa solo domande. Questo aspetto è importante per me perché mi costringe ad assumere la responsabilità delle mie scelte. Sotto stress oppure in momenti di difficoltà tendo a fidarmi di più dei consigli di altri che di me stessa. Perciò mi serve qualcuno che risposte non me li da… Le domande, invece, mi aiutano a “snocciolare” i punti importanti e a trovare le mie risposte. Le decisioni prese in questo modo sono più sofferte, ma durano di più nel tempo.

Chiedere aiuto non è facile per tutte le persone: come superare l’empasse della vergogna o della troppa sicurezza in se stessi alzando la mano e chiedendo di essere supportati?

Focalizzandosi sull’obiettivo. Il Mentoring serve per raggiungere i miei obiettivi meglio, più velocemente ed in modo più sostenibile – tante volte mi permette anche di riflettere su ciò che pensavo fossero i miei obiettivi e che in realtà non lo sono.

Visto in questo modo diventa un’opportunità da cogliere più che un aiuto da chiedere.

Inoltre, può essere utile “alzare lo sguardo” per guardare un disegno più grande: Ciò che ora mi sembra un’impasse, riesco a vederlo come un’occasione per aggiustare la mia strada oppure per imboccarne una nuova? Magari non l’ho scelta, ma sempre un’occasione è.

Che cos’è il give back? Perché è importante metterlo in pratica appena possibile?

Il give back è generosità. Se siamo cresciuti ed arrivati ad una situazione professionale o di studio che per altri può essere un’ispirazione siamo necessariamente stati fortunati. Abbiamo forse fatto sacrifici, studiato tanto, lavorato tanto, rinunciato ad alcune cose, ma siamo anche stati fortunati. Diventare consapevole di questo è un regalo a noi stessi. Genera gratitudine che ci fa vedere il famoso bicchiere mezzo pieno. Quindi già per questo non avrei dubbi… 

Un altro argomento per diventare Mentor di qualcuno prima possibile è che i “muscoli” che si allenano facendo il Mentor tornano utile in tante altre situazioni – non per ultimo manageriali.

E c’è ancora un terzo aspetto: il Mentoring è un rapporto a due direzioni; quindi, anche se ci può essere una notevole differenza di esperienza professionale oppure di età tra Mentor e Mentee, nel processo di Mentoring anche il Mentor allarga il proprio orizzonte – e tante volte impara qualcosa di nuovo.


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